2 Maccabei 14

Spedizione di Nicànore

(vedi 1 Maccabei 7,1-21)

1Tre anni più tardi, Giuda Maccabeo e i suoi uomini vennero a sapere che Demetrio, figlio di Seleuco, era sbarcato nel porto di Tripoli con la sua flotta e un grosso esercito.[#14,1 ossia nel 161-160 a.C. (vedi 13,1 e nota). — vedi 7,1 e nota. — porto della Fenicia, a 90 km a nord di Beirut.]

2Aveva occupato la regione e ucciso il re Antioco e anche Lisia, suo tutore.

3C’era un certo Àlcimo, che in passato era stato sommo sacerdote, ma al tempo della ribellione si era volontariamente compromesso e reso indegno di quella carica. Egli era persuaso di essere ormai completamente screditato e che non avrebbe più potuto avvicinarsi al santo altare .[#14,3 secondo lo storico ebreo Giuseppe Flavio, fu Antioco V a nominarlo. Questo incarico gli fu riconosciuto dal nuovo re (v. 13; 7,9). — significa qui che egli accettò le usanze greche.]

4Verso l’anno 151 dell’èra greca, si recò dal re Demetrio e gli offrì in dono una corona d'oro, una palma e anche alcuni rami d'ulivo, simili a quelli che si portano al tempio . Per quel giorno non fece altro.[#14,4 corrisponde al 160 a.C.]

5Ma non si lasciò sfuggire l’occasione per mettere in atto il piano folle che aveva in mente. Demetrio lo invitò a partecipare al Consiglio di stato e lo interrogò sulle condizioni e i progetti degli Ebrei. Àlcimo rispose:

6«Il gruppo di Ebrei chiamati Asidei che ha per capo Giuda Maccabeo, provoca guerre e ribellioni e non lascia in pace il tuo regno.[#14,6 vedi nota a 2,42.]

7Anch’io ho perso la carica di sommo sacerdote che avevano i miei antenati, e ora sono qui per due motivi:

8anzitutto perché mi stanno sinceramente a cuore gli interessi del re; in secondo luogo, perché sono preoccupato delle condizioni in cui si trovano i miei connazionali. Tutta la nostra gente soffre molto a causa della pazzia di quegli Ebrei che ho nominato poco fa.

9Ora che sei venuto a conoscenza della situazione, tu, o re, intervieni e salva il nostro paese e la nostra nazione dal pericolo che li minaccia. Dimostra anche verso di noi la benevolenza e la bontà che hai verso tutti.

10Finché Giuda sarà in vita, lo stato non potrà mai aver pace».

11Appena Àlcimo ebbe finito di parlare, gli altri amici del re, ostili alla politica di Giuda, istigarono ancor più Demetrio.

12Il re scelse subito Nicànore, capo delle truppe con gli elefanti. Lo nominò governatore della Giudea e lo fece partire[#14,12 elefanti da combattimento (vedi 11,4; 15,20; 6,34-37). — era normalmente il sommo sacerdote a esercitare questo potere, pur senza averne il titolo; ma il re vuol privare gli Ebrei, compreso Àlcimo, di qualsiasi potere politico.]

13con l’ordine di uccidere Giuda, disperdere quelli che erano con lui e restituire ad Àlcimo la carica di sommo sacerdote nel grande tempio di Gerusalemme.

14Allora i pagani della Giudea che si erano dispersi davanti a Giuda, si unirono in massa ai soldati di Nicànore, nella speranza di poter approfittare delle molte disgrazie degli Ebrei.

Nicànore fa la pace con Giuda

(vedi 2 Maccabei 7,27-28)

15Quando gli Ebrei vennero a sapere che l’esercito di Nicànore stava avanzando per aggredirli e che si erano uniti a lui i pagani della regione, si coprirono di cenere e invocarono l’aiuto di Dio. Egli si era scelto Israele come suo popolo e aveva sempre protetto i suoi eletti con evidenti prodigi.[#10,25+.; #14,15 gesto di lutto o di tristezza.]

16Poi, al comando del loro capo, partirono subito dal luogo dove si trovavano e attaccarono il nemico nei pressi del villaggio di Dessau.[#14,16 o Adasà ( 7,40) è una località non lontana da Gerusalemme, verso il nord.]

17Anche Simone, fratello di Giuda, aveva dato battaglia a Nicànore, ma poi, in un attacco a sorpresa da parte dei nemici, aveva subito una leggera sconfitta.[#14,17 Il testo della parte finale di questo versetto è per noi oscuro e la traduzione incerta.]

18Tuttavia Nicànore era venuto a sapere che i soldati di Giuda erano valorosi e combattevano con coraggio per difendere la patria. Perciò cercava di non arrivare a uno scontro decisivo, per non spargere inutilmente sangue.

19E mandò Posidonio, Teodoto e Mattatia per trattare la pace.

20Dopo un esame attento delle proposte, i comandanti delle due parti informarono le loro truppe. Il parere fu unanime: erano tutti d'accordo di fare la pace.

21Si fissò allora la data per un incontro privato dei capi. Quel giorno i due eserciti fecero avanzare un carro da guerra, e collocarono seggi d'onore.

22Nel frattempo, Giuda aveva fatto appostare in punti strategici uomini armati e pronti a intervenire nel caso di un attacco a tradimento da parte dei nemici. Ma quell’incontro finì con un accordo di pace.

23In seguito, Nicànore si fermò per un po’ di tempo a Gerusalemme, dove non fece nulla di ingiusto. Anzi allontanò quella gentaglia che si era ammassata attorno a lui.

24Nicànore incontrava spesso Giuda e si affezionò sinceramente a lui.

25Lo consigliò di sposarsi per farsi una famiglia. Così Giuda si sposò e iniziò a condurre una vita tranquilla, come un cittadino ordinario.

Àlcimo riaccende le ostilità - Nicànore minaccia il tempio

26Ma Àlcimo, visto che Nicànore e Giuda andavano d'accordo, si procurò una copia del loro trattato e andò da Demetrio. Accusò Nicànore di cospirare contro lo stato e di avere persino designato come suo successore Giuda, nemico giurato del suo regno.

27Il re andò su tutte le furie e, mosso dalle calunnie di quel criminale, scrisse a Nicànore per dirgli che non riconosceva quegli accordi e gli ordinò di mandargli subito ad Antiòchia, il Maccabeo incatenato.

28Appena ricevette quel messaggio, Nicànore rimase sconvolto: non poteva rassegnarsi all’idea di tradire un amico che non aveva fatto nulla di male ed era sempre rimasto fedele ai patti.

29Ma non poteva opporsi alla volontà del re, e allora restò in attesa di un’occasione favorevole per eseguire, con uno stratagemma, l’ordine del re.

30Intanto Giuda Maccabeo si accorse che Nicànore si mostrava più freddo con lui e nei loro incontri abituali lo trattava con minore affabilità. Si rese conto che quell’atteggiamento non prometteva nulla di buono. Radunò molti dei suoi uomini e non si fece più vedere da Nicànore.

31Quando Nicànore capì che Giuda l’aveva giocato d'astuzia salì al grande e santo tempio di Gerusalemme. Era l’ora in cui i sacerdoti offrivano i consueti sacrifici . Ordinò loro di consegnargli quell’uomo.

32Essi dichiararono con giuramento di non sapere dove si trovava.

33Allora Nicànore stese la mano verso il tempio e fece questo giuramento: «Se voi non mi consegnate Giuda incatenato, io raderò al suolo questo tempio di Dio e distruggerò l’altare . Al loro posto costruirò un bel tempio in onore del dio Diòniso!».[#14,33 vedi nota a 6,7.]

34Detto questo, se ne andò.

Allora i sacerdoti levarono le mani verso il cielo e incominciarono a invocare colui che ha sempre protetto il nostro popolo. Dicevano:

35«Tu, o Signore, non hai bisogno di niente, eppure hai voluto avere in mezzo a noi questo tempio come tua abitazione.

36Tu solo, o Signore, sei santo! Non permettere più che venga profanata la tua casa, che è stata purificata da poco tempo».[#14,36 vedi 10,1-8.]

Il suicidio di Razìs

37Un certo Razìs, un capo del popolo di Gerusalemme, fu denunziato a Nicànore come patriota. Egli amava molto la patria; era stimato da tutti, e per la sua bontà era chiamato padre degli Ebrei.

38Fin dai primi giorni della rivolta egli era stato accusato di seguire le tradizioni ebraiche. Le aveva difese senza risparmiarsi e per la sua fedeltà all’ebraismo aveva anche rischiato la vita.[#14,38 ossia di continuare a conformarsi alle leggi e alle tradizioni religiose ebraiche, mentre questo era proibito (vedi 6,1-11).]

39Nicànore, per dimostrare l’odio che aveva per gli Ebrei, mandò più di cinquecento soldati ad arrestarlo.

40Incarcerando Razìs, pensava di dare un duro colpo agli Ebrei.

41Le truppe di Nicànore erano già sul punto di occupare la torre dove era Razìs. Stavano forzando la porta del cortile, quando invece fu dato l’ordine di appiccarvi il fuoco e di bruciarla. Quando Razìs si vide circondato da ogni parte, si gettò sulla propria spada.

42Preferiva morire con coraggio, piuttosto che finire nelle mani di quei criminali e subire insulti e umiliazioni.[#1 Sam 31,4.]

43Ma per la fretta e l’ansia del momento, sbagliò il colpo. Proprio in quel momento le truppe irruppero attraverso la porta.

Allora Razìs corse senza esitazione sulle mura e si buttò giù sulla folla.

44La folla indietreggiò immediatamente, fece largo, e Razìs cadde a terra nello spazio lasciato vuoto.

45Ma respirava ancora. Acceso di sdegno ebbe la forza di rialzarsi. Anche se perdeva sangue dalle orribili ferite che si era fatto, passò di corsa in mezzo alla folla e salì su una roccia scoscesa.

46Quando ormai era quasi completamente dissanguato, si strappò gli intestini dal ventre; li prese con tutte e due le mani e li gettò sulla folla. E intanto pregò Dio, il padrone della vita e del respiro, di farglieli di nuovo riavere un bel giorno. E così morì.

“Parola del Signore - la Bibbia Interconfessionale in lingua corrente”, terza edizione  © 1985, 2008, 2014 Editrice Elledici, and United Bible Societies.
Published by: United Bible Societies