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1I nemici della tribù di Giuda e Beniamino vennero a sapere che i rimpatriati stavano ricostruendo il tempio del Signore, Dio d'Israele.
2Allora si presentarono a Zorobabele e ai capifamiglia e dissero:[#4,2 I nemici che parlano così sono discendenti di popolazioni pagane deportate da vari re assiri in Palestina. Assarhàddon fu uno di questi e regnò dal 680 al 669 a.C. Per la situazione religiosa di queste popolazioni vedi anche 17,24-41.]
— Lasciateci partecipare alla ricostruzione del tempio. Anche noi infatti onoriamo il vostro Dio e gli offriamo sacrifici fin da quando Assarhàddon, re di Assiria, ci ha fatto immigrare in questa terra.
3Ma Zorobabele, Giosuè e gli altri capifamiglia risposero:[#2,2+. 1,2-4; 6,3-12.]
— La ricostruzione del tempio non vi riguarda. Tocca solo a noi costruirlo per il Signore, Dio d'Israele: così ci ha ordinato Ciro re di Persia.
4La gente del luogo allora cercò di scoraggiare e di intimorire il popolo della Giudea, per far interrompere la costruzione.[#Ag 1,2-9.]
5Così, dal tempo di Ciro fino al regno di Dario, re di Persia, continuarono a corrompere con denaro i funzionari del re per mandare a monte il progetto degli Israeliti.[#4,5 Il racconto continua al v. 24. Nel brano 4,6-23 sono riportati fatti accaduti dopo. — Dario I: regnò dal 522 al 486 a.C.]
6All’inizio del regno di Serse, i nemici dei rimpatriati scrissero una lettera di accusa contro gli abitanti di Gerusalemme e della Giudea.[#Est 1,1.; #4,6 regnò dal 486 al 464 e Artaserse I (v. 7) dal 464 al 424 a.C. Il rapporto tra questi dati e la storia dei re persiani è piuttosto complesso; per Artaserse alcuni pensano anche ad Artaserse II (404-359 a.C.).]
7Più tardi, al tempo di Artaserse, alcuni funzionari, tra i quali Bislam, Mitridate e Tabeèl, inviarono al re un documento scritto in lingua e caratteri aramaici .[#4,7 scritto in caratteri aramaici e tradotto in aramaico.]
8Anche il governatore Recum e il segretario Simsài scrissero al re Artaserse una lettera contro Gerusalemme.[#4,8 Da 4,8 a 6,18 il testo è scritto in aramaico, la lingua ufficiale dell'impero persiano.]
9La firmarono lo stesso governatore Recum, il segretario Simsài e altri funzionari, giudici, controllori, ispettori persiani, in nome dei cittadini elamiti originari di Uruc, Babilonia e Susa,[#4,9 e i loro colleghi di Din, Afarsatac, Tarpel, Afaras; i nomi che compongono questa serie sono poco noti e possono essere letti anche come indicazioni di luoghi geografici.]
10e degli altri popoli che il grande e illustre Asnappàr aveva deportati e fatti abitare nella città di Samaria e nel resto della regione a occidente del fiume Eufrate.[#4,10 Questo versetto è l’intestazione della lettera nella quale si elencano i mittenti o firmatari. — è probabilmente un altro nome per Assurbanipal, re di Assiria. — la indica la provincia della Transeufratene di cui faceva parte la Giudea. In seguito, nella nostra traduzione, sarà chiamata più semplicemente regione occidentale.]
11Ecco il testo della lettera:
«Al re Artaserse da parte dei suoi sudditi abitanti nella regione occidentale.
12«Ti rendiamo noto che i rimpatriati giunti nelle nostre regioni dalla Mesopotamia stanno ricostruendo Gerusalemme, città ribelle e malvagia: rifanno le fondamenta e ricostruiscono le mura.
13Sappi che, se essi riusciranno a ricostruire la città e a riedificare le mura, non vorranno più pagare né tributi, né tasse, né imposte. In conclusione, ne avrai tu stesso un danno.
14Ti facciamo sapere queste cose perché tutti noi abbiamo grandi debiti di riconoscenza nei tuoi confronti e non possiamo sopportare che tu venga offeso.[#4,14 il testo aramaico esprime questa idea con la frase: noi mangiamo il sale della reggia, cioè siamo sottomessi al re. Per l’espressione «alleanza del sale» vedi 2,13 e nota.]
15«Ti suggeriamo, quindi, di fare ricerche negli annali dei tuoi predecessori. Vedrai che si tratta di una città ribelle, pericolosa per i re e per le province, sempre pronta alla rivolta fin dai tempi antichi. Proprio per questo essa venne distrutta.
16Ti informiamo che, se questa città verrà ricostruita e le sue mura terminate, perderai presto ogni possedimento nella regione occidentale».
17Il re mandò questa risposta:
«Al governatore Recum, al segretario Simsài e agli altri funzionari che risiedono in Samaria e nelle altre località della regione occidentale. Pace a voi.
18«La lettera che mi avete mandato mi è stata letta in chiara traduzione.[#4,18 fedelmente.]
19Così ho dato ordine di fare ricerche. Abbiamo trovato che effettivamente Gerusalemme si è ribellata fin dai tempi antichi contro i re, e che in essa sono avvenuti disordini e rivolte.[#2 Re 18,7; 24,1.20.]
20Questa città ha avuto re potenti che comandavano su tutta la regione occidentale: tributi, tasse e imposte venivano pagati a loro.
21Perciò date ordine a quegli uomini di sospendere i lavori di ricostruzione fino a nuove disposizioni.
22Fate attenzione, non trascurate nulla: la situazione non deve peggiorare a danno del re».
23Non appena la lettera del re Artaserse venne letta al governatore Recum, al segretario Simsài e agli altri funzionari, questi si precipitarono a Gerusalemme e costrinsero con la forza delle armi i rimpatriati a interrompere i lavori.
24L’opera di ricostruzione del tempio di Gerusalemme rimase sospesa fino al secondo anno del regno di Dario, re di Persia.[#4,24 Riprende la narrazione interrotta al v. 6; l’anno secondo di Dario corrisponde al 520 a.C.]