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1Meglio un buon nome[#Prv 22,1; Sir 41,12.]
che un buon profumo.
Meglio il giorno della morte
che il giorno della nascita.
2Meglio visitare una casa in lutto
che una casa in festa.
Davanti a un morto
ognuno ricorda la fine,
quella che tocca a tutti.
3Insegna più la sofferenza che l’allegria,
perché vedere un volto triste fa riflettere.
4Gli stolti pensano solo a divertirsi,[#cfr. Sal 126,5; Lc 6,25.]
gli uomini saggi
pensano spesso alla morte.
5Meglio i rimproveri di un sapiente
che ascoltare le lodi cantate da uno stolto.
6L’allegria dello stolto
è come lo scoppiettare della legna
nel fuoco sotto la pentola.
Tutto questo è inutile.
7Per un imbroglio, un sapiente[#7,7 un’oppressione.]
può perdere la testa;
per un regalo, lasciarsi corrompere.
8La fine di una cosa
vale più del suo inizio.
La pazienza più della superbia.
9Controlla i tuoi scatti d'ira:[#Gc 1,19-20.]
è da stolti
lasciarsi dominare dalla rabbia.
10Non chiederti perché i tempi antichi
erano migliori di quelli di oggi:
non è una domanda intelligente!
11Nella vita, l’ideale sarebbe[#Prv 8,11+.]
di avere insieme saggezza e ricchezza.
12Saggezza e ricchezza
proteggono come l’ombra.
Ma la sapienza vale di più
perché insegna a vivere.
13Osserva tutto quel che Dio ha fatto.[#Qo 3,11+.]
Chi potrebbe raddrizzare
quello che Egli ha fatto curvo?
14Quando le cose vanno bene,[#Gb 2,10.]
sta’ allegro;
se qualche cosa ti va male,
rifletti.
Ricorda che tutto viene da Dio;
di fatto non possiamo sapere
quale sarà il nostro futuro.
15Durante la mia vita fuggevole[#Qo 8,14; 9,2; cfr. 3,17; 8,12-13.]
ho potuto vedere di tutto:
i buoni che sono andati in rovina,
nonostante la loro bontà,
i cattivi che sono vissuti a lungo,
nonostante la loro cattiveria.
16Non pretendere di essere
troppo buono e troppo sapiente:
faresti del male a te stesso.
17E non pensare
di essere il più cattivo e stolto di tutti:
moriresti prima della tua ora.
18Devi evitare questi due estremi.[#7,18 È bene che tu prenda una cosa senza lasciare l’altra. Questa seconda traduzione intende l’affermazione come una massima generale, non collegata strettamente con quanto precede.]
Chi ha fiducia in Dio riesce bene in tutto.
19L’uomo sapiente è più forte
di una città che ha dieci torri.
20In questo mondo,[#Sal 143,2; Gb 4,17; Prv 20,9; Sir 8,5; Rm 3,20; 1 Gv 1,8.]
nessuno è così buono
da comportarsi sempre bene
e non sbagliare mai.
21Non dare ascolto
a tutte le chiacchiere che si fanno;
non far caso
se il tuo servo parla male di te.
22Sai bene che molte volte
anche tu hai sparlato degli altri.
23Ho esaminato con ordine tutte queste cose.
Pensavo di diventare sapiente,
ma non ci sono riuscito.
24Chi può scoprire
il senso vero di tutte le cose passate?
Per noi son troppo oscure e profonde.
25Mi sono impegnato a fondo
nella riflessione e nello studio.
Ho cercato di conoscere
il senso profondo delle cose.
Volevo sapere qual è la peggiore cattiveria,
la stupidità più assurda.
26Trovo che si dice:[#Prv 22,14; cfr. Prv 2,16+.; #7,26 alcuni attribuiscono l’opinione sulla donna espressa in questo versetto allo stesso Qoelet; ma il senso del verbo reso con trovare a noi pare suggerire che Qoelet riferisca un’opinione diffusa nel suo ambiente. — chi fallisce.]
«La donna è più amara della morte.
È come una rete,
il suo affetto è una trappola,
la sue braccia catene.
Solo chi è gradito a Dio
riesce a liberarsene:
il peccatore ne rimane schiavo».
27«Ma attento! — dice Qoelet: —
io ho scoperto
che, prima di poter dare un giudizio,
bisogna confrontare bene le cose.
28Io sono ancora
alla ricerca di una soluzione,
ma non ho trovato risposta.
Tra mille, un uomo lo trovo,
ma una donna tra tutti questi no.
29In fondo, trovo che
una cosa è importante:
Dio ci ha fatti equilibrati,
ma noi abbiamo inventato
ogni genere di complicazioni».