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1In quei giorni, Antioco organizzò la seconda spedizione in Egitto.[#5,1 ebbe luogo nel 168 a.C., un anno dopo la prima (vedi 1,16).]
2Per quasi quaranta giorni, gli abitanti di Gerusalemme videro apparire in cielo cavalieri con vesti d'oro, armati di lance e di spade.[#2,21+.]
3Si videro anche squadroni di cavalieri schierati per la battaglia, attacchi e scontri da ogni parte, un mare di gente che agitava scudi, brandiva aste e lanciava frecce. Un gran bagliore di armature d'oro e di corazze di ogni genere.
4Tutti pregavano perché l’apparizione fosse di buon augurio.
5Intanto si diffuse la falsa notizia della morte di Antioco. Giasone prese con sé non meno di mille uomini e attaccò improvvisamente Gerusalemme. Respinse quelli che stavano sulle mura e infine prese la città. Intanto Menelao si rifugiò nella fortezza.
6Giasone, senza alcuna pietà, cominciò a fare rappresaglie contro i suoi concittadini. Non pensava che trionfare sui propri connazionali è la più grossa sconfitta. Sembrava che stesse trionfando sui nemici e non sui propri connazionali.
7Però Giasone non conquistò il potere. Anzi, alla fine, fu svergognato per il suo tradimento e dovette fuggire di nuovo nella regione dell'Ammanìtide.
8Ecco come finì la sua vita perversa: prima imprigionato presso Areta, re degli Arabi, e poi perseguitato da tutti, dovette fuggire di città in città. Fu odiato come traditore delle leggi, disprezzato come nemico della patria e del popolo. Poi andò a finire in Egitto.[#5,8 accusato. — si conoscono diversi re nabatei di nome Areta. — dalla città: si tratterebbe allora probabilmente di Petra, la capitale dei Nabatei (vedi 5,25).]
9Colui che aveva cacciato dalla patria molti cittadini, morì in esilio tra gli Spartani, dove aveva sperato di trovare rifugio a causa della comune origine.[#1 Mac 12,6-7.; #5,9 l’idea di un’origine comune tra il popolo di Sparta e gli Ebrei (vedi 12,21) poteva fondarsi sul fatto che Mosè veniva posto a confronto con altri legislatori, tra cui Licurgo, il legislatore di Sparta.]
10Lui, che aveva lasciato tanta gente senza sepoltura, finì senza rimpianto. Nessuno lo seppellì e non poté avere un posto nel sepolcro dei padri.[#5,10 Venire escluso dalla tomba di famiglia era considerata una punizione terribile (vedi 13,22).]
11Poi il re Antioco venne a sapere queste cose e concluse che la Giudea si stava ribellando. Perciò tornò dall’Egitto e con l’animo inferocito conquistò Gerusalemme con le armi.
12Ai soldati comandò di uccidere senza pietà tutti quelli che incontravano e di trucidare quelli che si chiudevano nelle loro case.
13Giovani e vecchi, donne e ragazzi, fanciulle e bambini furono massacrati e sterminati.
14In quei tre giorni vennero meno ottantamila uomini: quarantamila morirono in battaglia e altrettanti furono venduti schiavi.
15Ma il re non si accontentò di questo, e sotto la guida di Menelao, traditore delle leggi e della patria, osò entrare nel tempio più santo di tutta la terra.
16Con le sue mani impure prese i vasi sacri e portò via, in modo sacrilego, quello che gli altri re avevano deposto per la ricchezza, la gloria e l’onore del tempio.
17Antioco era così superbo da non capire che Dio aveva abbandonato il tempio solo per un breve periodo perché si era adirato a causa dei peccati del popolo.[#6,12-16; 7,16-19.32-38; Sap 12,9; cfr. Dt 8,5.]
18Se il popolo non avesse commesso tanti peccati, il re Antioco appena arrivato sarebbe stato subito abbattuto e respinto nella sua impresa temeraria. Era capitato così anche a Eliodoro, che il re Seleuco aveva mandato a saccheggiare il tesoro del tempio.[#3,1-40.]
19Ma il Signore non aveva scelto il popolo per il tempio, bensì il tempio per il popolo.[#cfr. Mc 2,27.]
20Per questo anche il tempio dovette subire le stesse disgrazie del popolo, per poi partecipare ai suoi trionfi. Prima, per lo sdegno di Dio onnipotente, è stato abbandonato, ma poi è stato riportato alla sua gloria, quando il Signore si fu riconciliato con il suo popolo.
21Antioco, dunque, prese seicento quintali d'argento dal tempio . Poi tornò in fretta ad Antiòchia. Era così superbo ed esaltato da credere di aver reso navigabile la terra e transitabile il mare.[#9,8.]
22Per opprimere la gente nominò alcuni governatori: a Gerusalemme lasciò Filippo, che era nato in Frigia ed era più crudele del suo padrone.[#5,22 vedi 6,11 e 8,8. È un personaggio diverso dall’“amico del re”, del quale si parla in 9,29 e 6,14.55. — La della quale Filippo è originario, è una regione dell'Asia Minore che non apparteneva all’impero seleucide, ma dalla quale forse si reclutavano soldati.]
23Sul monte Garizìm lasciò Andrònico. Oltre a questi, lasciò Menelao che spadroneggiava sui cittadini peggio di tutti gli altri. Pieno di odio contro gli Ebrei,[#5,23 ossia probabilmente Sichem, città costruita ai piedi del monte.]
24il re Antioco mandò Apollonio, il capo dei mercenari di Misia, alla testa di un esercito di ventimila uomini, con l’ordine di uccidere tutti gli adulti e di vendere le donne e i bambini.[#5,24 una regione del nord-ovest dell'Asia Minore.]
25Arrivato a Gerusalemme, Apollonio fece finta di avere intenzioni pacifiche e aspettò fino al giorno santo del sabato . Così sorprese gli Ebrei in riposo e comandò ai suoi soldati di sfilare armati.
26Tutti quelli che uscivano per vedere la parata militare li fece trucidare. Percorrendo la città con i suoi uomini armati, uccise moltissima gente.
27Ma Giuda, soprannominato Maccabeo, si ritirò nel deserto insieme ad altri nove uomini. Viveva tra le montagne, insieme con i suoi compagni, come vivono le bestie selvagge. Mangiavano solo erba, e resistevano per non contaminarsi con cibi proibiti dalla legge.[#1 Mac 2,28. Lv 11.; #5,27 vedi nota a 2,4.]